Ciao a tutti,
rieccoci, dopo
l’ultimo campo del 2012, di nuovo sul ghiacciaio del Morteratsch (Svizzera). Questa volta
il campo è gestito in maniera più speditiva rispetto ai campi precedenti, senza
tenda comune e cucina, però il gruppo è numeroso e simpatico come sempre.
Un primo raggruppamento di speleo,
quelli più distanti, si ritrovano al Camping Morteratsch venerdì 9 ottobre. Il
sabato mattina alle 5 io e Paolo partiamo per raggiungere gli altri. Ci
troviamo così alle 8 al parcheggio. Siamo in 10, ci organizziamo e alle 8.30
partiamo tutti belli carichi per raggiungere la parte alta del Morteratsch.
Arrivati alla fronte tutti quelli che erano già stati qui rimangono con un po’
di amaro in bocca nello vedere la ritirata della fronte. Fa un po’ strano pensare
che dove 3-4 anni fa si potevano fare esplorazioni glaciali ora si cammina su
sabbia o tra massi instabili. Saliamo alla stazione meteo e anche qui rimaniamo
stupiti dai cambiamenti del ghiacciaio.
Il ghiacciaio del Morteratsch con sullo sfondo il Bernina - Foto A. Ferrario |
Le due grotte principali che
esploravamo tempo fa , con un andamento principalmente meandri forme sono ormai
state scoperchiate per via della perdita di spessore del ghiacciaio e intorno a
quelle che erano una volta le grotte, ora ci sono due ampie depressioni che non
fanno ben sperare per il futuro del ghiacciaio. Come dire, le grotte sono belle
da esplorare , ma probabilmente hanno anche un effetto negativo
sull’accelerazione di perdita di massa del ghiacciaio stesso.
Mulino allagato - Foto A. Ferrario |
Il sole picchia forte, avanziamo
sotto i nostri zaini e finalmente verso le 12 siamo nella zona dei grandi
mulini. Con stupore osserviamo che nonostante il sole non c’è traccia di acqua
di fusione. Anzi, c’è ancora qualche cm di neve delle recenti precipitazioni.
Finito il tratto crepacciato ci mettiamo a cercare gli ingressi. All’inizio
nulla, non si trovano, poi ne avvistiamo alcuni, nella posizione dei mulini
degli anni passati, ma sono completamente pieni d’acqua, nonostante non ci sia
nemmeno un torrentello ad alimentarli.
Comincio a pensare che abbiamo preso una
bella fregatura e che per oggi no metteremo nemmeno l’imbrago per scendere.
Andiamo poco più a monte e finalmente troviamo tre ingressi vicini. Lasciamo
quindi gli zaini e esploriamo questi tre mulini uno di circa 20 m e due da 30m
che collegano sul fondo permettendoci di fare una simpatica attraversata. Però
dei mulini profondi 70m degli anni passati nessuna traccia. A circa 100m di
distanza troviamo un quarto mulino, anche questo profondo sui 25 m.
Fatte le foto e i video ci
rincamminiamo per tornare a valle. E dopo una lunghissima giornata e una
deliziosa doccia calda alle 23.30 crolliamo tutti in tenda.
Domenica 11 ottobre in teoria
avremmo dovuto alzarci presto per partire un po’ prima ma tra una cosa e
l’altra ripartiamo dal parcheggio alle 9 del mattino, non proprio un orario
speleo glaciologi. Oltre a noi si aggiungono altri 7 speleo per questa
giornata. L’obiettivo di oggi è l’esplorazione delle grotte in zona stazione
meteo. Si vede che è domenica, rispetto al sabato oltre a noi ci sono decine e
decine di alpinisti che vengono sul ghiacciaio per fare esercitazione di
manovre, insomma c’è un bel traffico di gente!
Preparazione armo - Foto A. Ferrario |
Arrivati alla stazione meteo e nonostante ancora la giornata bella solare,
l’acqua di fusione è ancora accettabile. Un gruppo si ferma ad armare una bel
meandro, residuo di una delle grotte esplorate anni fa. Altre due squadre attrezzano
due nuove grotte trovate a monte e a valle della stazione meteo. Quella a valle si rivela un pozzo da 30 m fossile e
che chiude con meandrino. La grotta a monte della stazione è invece attiva e
percorsa da un bel torrente che aumenta nel corso della giornata. Dopo un primo
pozzo di 20 m prosegue per circa altri 30 m
lungo un bel meandro bello tosto, con passaggi per nulla banali. Al
termine delle viti da ghiaccio il meandro continua ma probabilmente ancora per
poco praticabile. Magari per l’anno prossimo questa cavità aumenterà di
dimensioni e sarà una bella grotta ampia da esplorare.
A conti fatti abbiamo esplorato e
documentato 7 grotte. La domanda vera ora è: per quanti anni ancora si farà
speleologia glaciale da queste parti? (e non solo…)
Tratto della "traversata" - Foto A. Ferrario |
Al
mini campo hanno partecipato:
Mauro Inglese, Paola
Tognini , Eleonora Beccaluva, Luigi Palma, Silvano Franchi, Elena Cecchini,
Ivan Licheri (GG Milano CAI SEM)
Andrea Ferrario e
Margherita Uboldi (GG Saronno CAI SSI)
Roberto De Marco (GS
Sparviere-CAI Cosenza)
Marco Gianvanni (GS Pisano
CAI)
Paolo Testa (GS CAI
Varallo)
Patrizio Pierallini e
Francesco Taddei (GS Pistoiese CAI)
Jelena Demi (USB-GS Bolognese)
Ursula Taranto (GS
Comasco CAI)
e Laura Pala (Sardegna).
Andrea Ferrario e Paolo Testa
(Progetto Speleologia Glaciale)
Risalita di un mulino - Foto A. Ferrario |
Particolari venature del ghiaccio - Foto A. Ferrario |
Passaggio particolarmente stretto - Foto A. Ferrario |
Termine dell'esplorazione, sono finite le viti! - Autoscatto |