martedì 20 ottobre 2015

Morteratsch 2015

Ciao a tutti,
rieccoci, dopo l’ultimo campo del 2012, di nuovo sul ghiacciaio del Morteratsch (Svizzera). Questa volta il campo è gestito in maniera più speditiva rispetto ai campi precedenti, senza tenda comune e cucina, però il gruppo è numeroso e simpatico come sempre.
Un primo raggruppamento di speleo, quelli più distanti, si ritrovano al Camping Morteratsch venerdì 9 ottobre. Il sabato mattina alle 5 io e Paolo partiamo per raggiungere gli altri. Ci troviamo così alle 8 al parcheggio. Siamo in 10, ci organizziamo e alle 8.30 partiamo tutti belli carichi per raggiungere la parte alta del Morteratsch. Arrivati alla fronte tutti quelli che erano già stati qui rimangono con un po’ di amaro in bocca nello vedere la ritirata della fronte. Fa un po’ strano pensare che dove 3-4 anni fa si potevano fare esplorazioni glaciali ora si cammina su sabbia o tra massi instabili. Saliamo alla stazione meteo e anche qui rimaniamo stupiti dai cambiamenti del ghiacciaio. 
Il ghiacciaio del Morteratsch con sullo sfondo il Bernina - Foto A. Ferrario

Le due grotte principali che esploravamo tempo fa , con un andamento principalmente meandri forme sono ormai state scoperchiate per via della perdita di spessore del ghiacciaio e intorno a quelle che erano una volta le grotte, ora ci sono due ampie depressioni che non fanno ben sperare per il futuro del ghiacciaio. Come dire, le grotte sono belle da esplorare , ma probabilmente hanno anche un effetto negativo sull’accelerazione di perdita di massa del ghiacciaio stesso. 
Mulino allagato - Foto A. Ferrario
Il sole picchia forte, avanziamo sotto i nostri zaini e finalmente verso le 12 siamo nella zona dei grandi mulini. Con stupore osserviamo che nonostante il sole non c’è traccia di acqua di fusione. Anzi, c’è ancora qualche cm di neve delle recenti precipitazioni. Finito il tratto crepacciato ci mettiamo a cercare gli ingressi. All’inizio nulla, non si trovano, poi ne avvistiamo alcuni, nella posizione dei mulini degli anni passati, ma sono completamente pieni d’acqua, nonostante non ci sia nemmeno un torrentello ad alimentarli.
Comincio a pensare che abbiamo preso una bella fregatura e che per oggi no metteremo nemmeno l’imbrago per scendere. Andiamo poco più a monte e finalmente troviamo tre ingressi vicini. Lasciamo quindi gli zaini e esploriamo questi tre mulini uno di circa 20 m e due da 30m che collegano sul fondo permettendoci di fare una simpatica attraversata. Però dei mulini profondi 70m degli anni passati nessuna traccia. A circa 100m di distanza troviamo un quarto mulino, anche questo profondo sui 25 m.
Fatte le foto e i video ci rincamminiamo per tornare a valle. E dopo una lunghissima giornata e una deliziosa doccia calda alle 23.30 crolliamo tutti in tenda.
Domenica 11 ottobre in teoria avremmo dovuto alzarci presto per partire un po’ prima ma tra una cosa e l’altra ripartiamo dal parcheggio alle 9 del mattino, non proprio un orario speleo glaciologi. Oltre a noi si aggiungono altri 7 speleo per questa giornata. L’obiettivo di oggi è l’esplorazione delle grotte in zona stazione meteo. Si vede che è domenica, rispetto al sabato oltre a noi ci sono decine e decine di alpinisti che vengono sul ghiacciaio per fare esercitazione di manovre, insomma c’è un bel traffico di gente!
Preparazione armo - Foto A. Ferrario

Arrivati alla stazione meteo  e nonostante ancora la giornata bella solare, l’acqua di fusione è ancora accettabile. Un gruppo si ferma ad armare una bel meandro, residuo di una delle grotte esplorate anni fa. Altre due squadre attrezzano due nuove grotte trovate a monte e a valle della stazione meteo. Quella  a valle si rivela un pozzo da 30 m fossile e che chiude con meandrino. La grotta a monte della stazione è invece attiva e percorsa da un bel torrente che aumenta nel corso della giornata. Dopo un primo pozzo di 20 m prosegue per circa altri 30 m  lungo un bel meandro bello tosto, con passaggi per nulla banali. Al termine delle viti da ghiaccio il meandro continua ma probabilmente ancora per poco praticabile. Magari per l’anno prossimo questa cavità aumenterà di dimensioni e sarà una bella grotta ampia da esplorare.
A conti fatti abbiamo esplorato e documentato 7 grotte. La domanda vera ora è: per quanti anni ancora si farà speleologia glaciale da queste parti? (e non solo…)


Tratto della "traversata" - Foto A. Ferrario

Al  mini campo hanno partecipato:
Mauro Inglese, Paola Tognini , Eleonora Beccaluva, Luigi Palma, Silvano Franchi, Elena Cecchini, Ivan Licheri (GG Milano CAI SEM)
Andrea Ferrario e Margherita Uboldi (GG Saronno CAI SSI)
Roberto De Marco (GS Sparviere-CAI Cosenza)
Marco Gianvanni (GS Pisano CAI)
Paolo Testa (GS CAI Varallo)
Patrizio Pierallini e Francesco Taddei (GS Pistoiese CAI)
 Jelena Demi (USB-GS Bolognese)
Ursula Taranto (GS Comasco CAI)
e Laura Pala (Sardegna).


Andrea Ferrario e Paolo Testa (Progetto Speleologia Glaciale)




Risalita di un mulino - Foto A. Ferrario


Particolari venature del ghiaccio - Foto A. Ferrario

Passaggio particolarmente stretto - Foto A. Ferrario

Termine dell'esplorazione, sono finite le viti! - Autoscatto

lunedì 12 ottobre 2015

Alburni 2015

‘Per quest anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare’… cantava Edoardo Vianello. E invece no… L’estate del 2015 ci ha portato a ‘tradire’ la nostra cara Grigna per degli sconosciuti Monti Alburni. La voglia di visitare questa zona ci è nata dopo il XXII Congresso Nazionale di Speleologia che si è tenuto ad Auletta e Pertosa dal 30 Maggio al 2 Giugno 2015. Purtroppo in tale occasione non abbiamo potuto guardarci troppo attorno per motivi di tempo, ma ci siamo accorti che quella zona meritava una bella ‘esplorazione’ e quindi abbiamo deciso di avventurarci di nuovo in Campania per visitare meglio la zona e perché no, conoscere anche nuove realtà di campi speleo, portando sempre nel cuore la nostra ‘In Grigna!’ però!!
I Monti Alburni sono conosciuti come le Dolomiti campane: sono un massiccio carsico ricco di doline, cavità, inghiottitoi e grotte che si trovano tra la valle del Sele e del fiume Tanagro e fanno parte del Subappennino lucano.
Gli alburni visti da Petina - Foto A. Ferrario
Il 12 agosto, prima di salire al campo speleo facciamo una piccola tappa alle grotte di Castelcivita in versione ‘turisti della domenica’ e ci tocca seguire la solita spiegazione della guida sulle grotte, sulle somiglianze delle concrezioni con animali, troni o alieni… Ci isoliamo mentalmente e osserviamo meglio con occhi speleo questa grotta. Siamo sicuri che la parte più bella della spelonca sia visitabile solo con abiti a noi più consoni (speleo) e ci riproponiamo di tornarci in futuro  ‘con le persone giuste’.

Una serata parlando di meteorologia e tracciamenti ipogei

Il prossimo 21 ottobre si terrà a Saronno una serata dedicata alla meteorologia ipogea e ai tracciamenti aerei realizzati al Pian del Tivano lo scorso inverno. La serata è aperta a tutti ed è a cura del Gruppo di Lavoro Meteoipo della Federazione Speleologica Lombarda.

Al seguente link trovate ulteriori dettagli.

https://speleolombardia.wordpress.com/2015/10/12/serata-meteorologia-e-tracciamenti-ipogei-saronno-21-ottobre-2015-ore-21/

Vi aspettiamo!

Ciao
Andrea